venerdì 30 maggio 2008

A breve verrà attivato al Cern il Large Hadron Collider (LHC)


Si apriranno nuovi orizzonti per la fisica, verranno probabilmente scoperte nuove particelle sub - atomiche che permetteranno agli scienziati di capire l'origine dell'universo.

Probabilmente verranno gettate anche le basi per capire cosa sono e come hanno origine i buchi neri e potrebbero essere anche elaborate teorie sui viaggi nel tempo, come predetto dal fantomatico "Time traveler_0" o sia John Titor, un soldato venuto dall'anno 2036...

Info (da Repubblica.it)

http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/scienza_e_tecnologia/cern-lhc/cern-lhc/cern-lhc.html

Realizzata la fusione a freddo


l 22 maggio può segnare una data che rimarrà nei libri di storia. Cinque giorni fa, infatti, alcuni ricercatori dell'università di Osaka hanno presentato il primo esperimento riuscito di fusione nucleare fredda. Il tentativo del 1989 aveva per lungo tempo bloccato questo settore della fisica. Fino a oggi.

Info (Fonte Wikipedia):

http://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_fredda

sabato 17 maggio 2008

Fiera della "Mobilità Sostenibile" Roma.


Si terrà presso la Nuova Fiera di Roma dal 22 al 25 maggio 2008, INGRESSO GRATUITO!

Info e dettagli:

www.motech-roma.com/w_it/index2.html

Situazione piu realistica sullo sfruttamento del petrolio..



A voi i commenti...molti analisti sostengono che finito un giacimento se ne sfrutta un altro e che ce ne sono abbastanza fino a fine secolo..

Con il boom di paesi come Cina, India e Russia in cui ci sono miliardi di persone che a breve acquisteranno un auto di proprietà e quindi la domanda salirà vertiginosamente già piu di quella attuale..

Da far presente poi che le previsioni sulla disponibilità fatte nel 70' non tenevano conto del numero di abitanti mondiali attuali e della richiesta attuale di combustibili fossili..

Questo video da una chiara idea di come è la situazione attuale..ovvero il punto del non ritorno!

venerdì 16 maggio 2008

Possibile verità?

La fine del petrolio ci porterà a questo?

Modellino elettrico? a benzina? NO! a idrogeno!!


L’idrogeno è l’energia del futuro? E se sì, perchè non ha preso ancora il sopravvento? Lasciando da parte per il momento questi quesiti, ecco un antipasto della pulizia e del rendimento dei motori a idrogeno con questa macchinina telecomandata che va a idogeno prodotto a energia solare.

Hydrogen Fuel Cell sono le tre parole che tanto si attendono in un futuro si spera prossimo e questa automobilina ne è un esempio lampante. Non richiede batterie perchè contiene un piccolo serbatoio speciale per l’idrogeno all’interno. Grazie alla piccola stazione di produzione di idrogeno portatile, basta riempire d’acqua del rubinetto la stazione, metterla sotto il sole e il gioco è fatto grazie all’elettrolisi che fornisce l’idrogeno dall’acqua. Un LED blu si accende per far da spia durante il processo di ricarica e H-racer avrà lunga vita anche con poca ricarica pulita per sbizzarirvi in corse, parcheggi e manovre varie con il radiocomando.
Al giorno d’oggi ci sono alcuni mezzi a idrogeno o ibridi prodotti dalle maggiori marche, si spera che il fenomeno aumenti in modo rapido, questa automobilina è l’esempio.
Quanto costa? Solo 62 euro: 31 per l’auto e 31 per la stazione di produzione idrogeno. Ecco il sito ufficiale dove acquistarla.

Tra poco la prima stazione di rifornimento di idrogeno!


Pare proprio l'idrogeno il combustibile del futuro, ma con uno dei limiti più prossimi, quello di reperire le stazioni di rifornimento lungo le strade.

Ma adesso una soluzione sembra profilarsi e prima fra tutti a realizzare una sorta di prima stazione di servizio in grado di produrre e distribuire idrogeno potrebbe essere l’autostrada del Brennero. La struttura, che dovrebbe nascere nei pressi del casello di Bolzano, verrà allestita nel giro di un anno e richiederà un investimento di 10 milioni di euro.

Un’opera molto importante che funge da apripista verso la realizzazione di altre stazioni lungo tutto il nastro autostradale con quattro aree di rifornimento. Da segnalare che l’idrogeno verrà preparato sia allo stato puro che insieme a metano per gli autobus pubblici.

L’area distributiva di Bolzano sarà in grado di produrre 240 metri cubi di idrogeno all’ora e due milioni di metri cubi di combustibile il che significa, oltre ad un risparmio energetico rispetto alle tradizionali fonti, anche un ridotto carico di C02 immessa nell’ambiente.
Un programma interessante anche in vista del fatto che, secondo l’Unione Europea, fra poco più di vent’anni almeno 16 milioni saranno i veicoli che dovranno circolare con questo combustibile pulito e entro il 2050 quasi la metà del petrolio fino adesso utilizzato per i mezzi circolanti sarà del tutto risparmiato.

Auto ad aria compressa..



Arrivate al distributore con la macchina in riserva, ma mentre tutti gli altri fanno la coda alla pompa di benzina, voi andate direttamente alla colonnina d'aria per controllare la pressione delle ruote. Infilate il tubo nel serbatoio e... pfft! in 3-4 minuti avete fatto il pieno. Passate alla cassa, versate un euro e mezzo (contro i 60-70 degli altri) e ripartite sereni. La vostra macchina ad aria vi porterà per altri 200 chilometri fino al prossimo pieno. Non è un cartone animato e neanche uno spot visionario di qualche gruppo estremista dell'ecologia.

Dietro il progetto c'è la Tata, il più grande gruppo automobilistico indiano, appena reduce da un ambizioso accordo strategico con la Fiat. E, se tutto andrà come previsto, con qualche piccolo aggiustamento (ci vorrà un compressore ben più potente di quello delle ruote per sparare 340 litri di aria nel serbatoio), quella scena comincerà a svolgersi in India fra poco più di un anno, nell'agosto 2008, quando la Tata metterà in commercio le prime seimila Citycat, macchine ad aria compressa capaci di andare a 100 km l'ora e a emissioni zero, neanche una molecola di anidride carbonica e di effetto serra. E l'India sarà solo il primo passo: ci sono già accordi per portare la Citycat in 12 altri paesi, fra cui Germania, Francia, Usa, Spagna, Brasile, Israele e Sud Africa.

Ai profani, il motore ad aria compressa appare un incrocio fra la locomotiva a vapore e il vecchio, caro fucile Flobert dei giochi di antichi bambini. L'idea non è nuova. Guy Nègre, la cui Mdi è il partner della Tata nel progetto, ci lavora, con alterna fortuna e parecchie false partenze (compresa una italiana, con la Eolo) dal 1991. Sostanzialmente, si tratta di un motore a due cilindri, dentro cui si muove un pistone. Grazie ad un particolare design, il pistone non si muove in sincronia con l'albero motore. Per il 70% del tempo di rotazione dell'albero motore, il pistone resta fermo in cima al cilindro, consentendo alla pressione interna di crescere. Questo ritardo aumenta l'efficienza complessiva del motore, che si mette in azione quando l'aria compressa, sparata nel cilindro, fa muovere il pistone, esattamente come succede con il motore a scoppio. Quando l'auto si ferma, si ferma anche il motore, che riprende a funzionare quando si pigia l'acceleratore. Non ci sono marce, sostituite da un computer. Semplice com'è, richiede manutenzione praticamente zero e un cambio d'olio ogni 50 mila chilometri. Anche le emissioni di anidride carbonica sono zero, salvo quelle legate all'elettricità per far funzionare il compressore al momento del pieno.

Ad aria, però, non si va più veloce di 50 chilometri l'ora, cioè in città. Su strada - come accade anche con le ibride benzina-elettricità - entra in funzione un normale motore a scoppio. In compenso, non c'è bisogno di andare dal distributore, per l'aria. A casa, si attacca la spina della corrente e un compressore interno, in 4 ore, ricarica il serbatoio. Un po' come accade per le più avveniristiche macchine elettriche. Il costo di esercizio della Citycat è più o meno lo stesso di una macchina elettrica. Senza le batterie, però. Infatti, costa molto meno: la Tata dovrebbe commercializzarla ad un prezzo di 12.700 dollari, un decimo di una macchina elettrica. Per non parlare della macchina ad idrogeno, rispetto alla quale la Citycat ha anche il vantaggio di non richiedere la creazione di una costosa rete alternativa di distribuzione del combustibile. Per come funziona, è gratis anche l'aria condizionata: quella che esce dal tubo di scappamento è, infatti, a meno 15 gradi. Il rovescio della medaglia è la difficoltà di riscaldare l'abitacolo e, forse anche per questo, Guy Nègre sembra guardare soprattutto a paesi caldi.

La temperatura dell'aria è anche all'origine del più consistente dubbio che i tecnici avanzano verso il motore ad aria compressa. L'aria così fredda, infatti, gela la condensa nei condotti di aspirazione, bloccandone il funzionamento. Non è ancora chiaro come Nègre abbia risolto questo problema. Anche una Citycat perfettamente funzionante, peraltro, incontrerà seri ostacoli sui mercati occidentali. Per arrivare alle prestazioni dichiarate, infatti, l'auto deve essere straordinariamente leggera, e la Citycat è quasi tutta in fibra di vetro, molto fragile per reggere i normali test di sicurezza.

La Citycat, infine, potrebbe arenarsi in tribunale. Se Nègre è stato il profeta dell'auto ad aria compressa, altri ci hanno lavorato, come l'uruguayano Armando Regusci. Secondo alcuni, l'ultimo progetto di Nègre assomiglierebbe un po' troppo a quello brevettato da Regusci. Se la Citycat arriverà su strada, aspettatevi una battaglia di brevetti.

Nuova Toyota Prius


Le linee sono importanti e guardando bene la vettura risulta persino difficile, di primo acchito, riconoscere l’auto come siamo stati abituati a vedere fin dal suo esordio, avvenuto, come si sa, nel 2004.

Eppure ci troviamo davanti la nuova versione della ormai arcinota Toyota, che conserva sempre il nome originario, appunto Prius in versione sempre ibrida, nell’allestimento 2008, ovvero quella che vedremo sul finire del 2008 se non addirittura nel 2009. Tecnicamente è sempre valido il teorema secondo il quale la vettura sarà solo e sempre un ibrido, del resto la filosofia che ne ha fatto un’auto storica nella storia dei propulsori è sempre rispettata, al massimo ci aspettiamo da Prius un aggiornamento dei propulsori che ne faranno una vettura ancora più sofisticata, più economica, in fatto di consumi e più rispettosa dell’ambiente.

E, in effetti, la nuova Toyota Prius non deluderà le aspettative, anzi, troveremo in questa media giapponese più sprint grazie a dei propulsori più grandi degli attuali 1.500 cc portati a 1.800 cc. A questo si accompagnerà anche una dotazione di batterie più generose in grado di assicurare anche maggiore autonomia. Immutata invece la trazione che continua ad essere anteriore.

Altra particolarità di questo modello, un pannello solare in grado di ricaricare le batterie che si va ad aggiungere all’energia dissipata dai freni e rimmagazzinata per essere riutilizzata. Infine un accenno al design, come si vede e come abbiamo detto, la vettura è del tutto nuova, per quanto riguarda le dimensioni la Prius cresce in larghezza di 2 centimetri e mezzo e si accorcia di altrettanta misura rispetto all’attuale versione, parrebbe che tale lieve modifica migliorerà l’abitabilità degli interni e conferirà una maggiore compattezza complessiva della Prius.